Caffè ed aritmia, sfatiamo un mito - Diba 70, Rassegna Stampa Siena

Caffè ed aritmia, sfatiamo un mito - Diba 70, Rassegna Stampa


Caffè ed aritmia, sfatiamo un mito: non vi è correlazione. E' da tempo che la comunità medica affronta ciclicamente questa questione studiando l'effetto della caffeina sulla salute delle persone. Questa volta l'Institute for Scientific Information on Coffee ha voluto dare una risposta definitiva.

L'ente ha infatti da poco concluso uno studio revisionale sull'argomento, analizzando la letteratura scientifica finora archiviata sul rapporto che vi è tra il consumo di caffè bevuto ed il manifestarsi dell'aritmia cardiaca. Il risultato è stato il seguente: un consumo moderato di caffeina, quindi dalle 3 alle 5 tazzine di caffè al giorno, non aumenterebbe l'incidenza della patologia cardiaca sopra descritta. Motivo per il quale gli scienziati che si sono occupati della ricerca suggeriscono di considerare un consumo moderato di caffè come parte integrante di una dieta bilanciata e di uno stile di vita non sedentario.
Entrando nello specifico della revisione eseguita dagli esperti, sono 3 i principali punti portati come prova dagli stessi:
Tre importanti studi pregressi hanno mostrato che non vi è correlazione tra il consumo di caffeina e l'aumento del rischio di fibrillazione atriale
Uno studio del 2011 ha mostrato come tra i bevitori di caffè è stata rilevata una piccola ma significativa riduzione del rischio di aritmia cardiaca
Quattro studi precedentemente eseguiti hanno mostrato che quasi tutti i pazienti presi in analisi dagli stessi non hanno mostrato di subire cambiamenti nella loro salute cardiaca a causa dell'assunzione di caffè.
Va ricordato a livello statistico che la fibrillazione atriale consiste nella contrazione più veloce ed irregoalre del cuore ed è la tipologia di aritmia più comune.

Commentano gli esperti della Società Italiana di Scienza dell'Alimentazione:
Il timore che il consumo di caffè potesse facilitare o provocare un'aritmia cardiaca è stato uno dei primi ad essere avanzati, date le peculiari azioni farmacologiche della caffeina. Da tempo però sia la ricerca che l'esperienza clinica hanno fornito dati rassicuranti: il consumo di dosi moderate di caffè non provoca disturbi del ritmo cardiaco, evento che può invece verificarsi in soggetti particolarmente sensibili e solo in casi di forte consumo.

Insomma, una assunzione regolare di caffè non aumenta il rischio di malattie cardiache in soggetti sani né porta ad un peggioramento delle condizioni di pazienti affetti da cardiopatie, ipertensione o diabete.

Valentina Cervelli, medicinalive

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